Autismo e robot – La teoria della mente
Quando si lavora a contatto con persone autistiche, è importante abbattere le barriere relazionali che si costruiscono a causa delle difficoltà sociali, emotive e comunicative
BES, in collaborazione con RobotiCSS Lab dell’Università Bicocca, sta svolgendo una ricerca per capire se tali problematiche si manifestano solo nei confronti degli esseri umani oppure se vengono generalizzate a qualunque oggetto.
Un passo indietro: la teoria della mente
Con teoria della mente s’intende la capacità cognitiva necessaria a riconoscere e interpretare le intenzioni, gli stati mentali e le emozioni proprie e degli altri esseri umani.
La teoria della mente si sviluppa solitamente nei soggetti normotipici durante i primi anni di vita, mentre nei soggetti autistici è compromessa.
La risposta è nei robot
I robot hanno già aiutato la medicina riabilitativo/educativa ma ciò che differenzia il lavoro svolto dal RobotiCSS Lab è l’idea di utilizzarli per accrescere le informazioni sul funzionamento della mente.
I soggetti normotipici sono in grado, come abbiamo detto, di interpretare ogni comportamento delle persone mentre per i ragazzi autistici, l’insieme delle emozioni è troppo grande e questo li spaventa. Attraverso i robot invece, tale problema viene in parte arginato favorendo l’interazione.
Cosa significa in pratica
I ricercatori della Bicocca hanno messo in contatto un bambino autistico con un robot per osservare le modalità di relazione e interazione che si creavano tra i due e, di conseguenza, valutare la capacità del primo di cogliere le intenzioni del secondo.
È una bella sfida che portiamo avanti attraverso un’interazione virtuosa tra ricercatrici e ricercatori di area psicologica, pedagogica, filosofica e tecnologica
I risultati della ricerca
L’obiettivo della ricerca è dimostrare che i soggetti affetti da autismo riescono ad attribuire intenzioni e stati mentali ai robot.
In caso di successo, sarebbe possibile ipotizzare la possibilità di formare in loro una teoria della mente che gli permetta di capire i comportamenti altrui anche quando questi non sono spiegati o specificati.
Come ha specificato anche Edoardo Datteri, ricercatore e coordinatore del RobotiCSS Lab, questi test sono solo il primo passo verso la possibilità di potenziare le capacità di riconoscere le emozioni nei bambini con autismo.